Tempo fa, giunse la notizia di un famoso rapper che ha fatto tingere di fucsia il mantello del suo chihuahua; in media una volta alla settimana, vengono abbandonati cuccioli negli scatoloni e ogni tanto qualcuno per sbarazzarsi del proprio cane, lo lega al paraurti della propria auto per trascinarlo fino alla morte.
Non si capisce bene, a livello cognitivo, quale bizzarra molla di stupidità o ignoranza possa scattare nell’umano prima di compiere certi gesti.
Ma ciò su cui bisogna riflettere è che, a gesti estremi e di ovvio maltrattamento come questi, possono subentrarne altri, meno impattanti e gravi, ma non meno importanti, perché riguardano proprio la specie canide, quindi il nostro amato amico canis lupus familiaris.

Ci sono tanti modi di maltrattare un cane e uno fra tutti, anche se in buona fede, è quello di trattarlo come un essere umano, snaturando di fatto completamente il suo modo di essere cane.
Il cane è un essere senziente, un individuo che appartiene ad un’altra specie animale, con bisogni ed esigenze etologiche diverse da quelle umane.
Pertanto potremmo fare un elenco di alcune violenze passive o equivoci, in particolare di cosa lo snatura o non andrebbe fatto:

  • Utilizzare sempre la traversina per i suoi bisogni senza mai farlo uscire di casa
  • Portarlo a spasso all’interno di un passeggino o di un cestino da bicicletta o toybag, anzichè farlo camminare
  • Correre in bicicletta con il cane al guinzaglio (è un reato)
  • Tagliargli coda e orecchie per esigenze estetiche (è un reato)
  • Non farlo socializzare liberamente con altri cani nelle giuste condizioni
  • Tenerlo sempre e solo in giardino, anche se il giardino è grande!
  • Non permettergli di bagnarsi le zampe perché non sporchi casa
  • Farlo vivere fuori dalla casa perché perde i peli
  • Lasciarlo in balia di bambini poco educati al corretto approccio senza nessuno adulto che supervisiona
  • Non permettergli di annusare liberamente durante la passeggiata
  • Non slegarlo mai, nemmeno in aperta campagna per paura che scappi
  • Sgridarlo e inveirgli contro perché ha fatto delle deiezioni in casa

E l’elenco potrebbe continuare ancora. Ma la cosa più importante è che il cane è un essere sociale, quindi adora fare parte di un branco/famiglia. Difatti uno dei peggiori maltrattamenti che si possano applicare ad un cane è proprio il maltrattamento sociale, cioè impedire al cane di relazionarsi con altri esseri viventi.

Pertanto, fate in modo che possa esprimere la sua caratteristica etologica peculiare, la socialità. La mancanza di questa espressione potrà provocare problematiche comportamentali in età futura.
Se davvero pensate di amare e rispettare il vostro amico, di amarlo come i vostri figli o più della vostra vita, imparate proprio ad ascoltarlo e non a comandarlo. Imparate a rispettarlo e a gratificarlo a seconda dei suoi bisogni di specie o disposizioni di razza. Come in tutte le cose, ci vorrebbe buon senso e conoscenza della specie; così facendo sarà facile trovare il giusto equilibrio nella sua corretta gestione.
Concludo con una frase famosa di J. Prévert che, secondo me, racchiude parte del significato di questo articolo: “lasciate entrare il cane coperto di fango, si può lavare il cane e si può lavare il fango. Ma quelli che non amano né il cane né il fango… quelli no, non si possono lavare”.

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