Accogliere un cucciolo di cane è sempre un’esperienza unica, delicata, sorprendente e affascinante. Ho pensato di raccontare una piccola parte della nostra storia, solo l’inizio di una meravigliosa avventura.

 

Prime domande

 Oramai è un mese che Cora, una simpatica meticcia barese di tre mesi è entrata nella nostra famiglia, composta da me, il mio compagno e due bambini di 8 e 12 anni. Prima di prendere questa decisione importante di adottare un cucciolo abbiamo discusso tanto su questa scelta che avrebbe cambiato per sempre la nostra vita. Una decisione che si prende sul lungo periodo. In effetti i cani vivono dai 10 ai 15 anni, non deve quindi essere un capriccio di qualche mese o qualche anno. La prima preparazione è stata dunque psicologica. Per non dimenticare nulla abbiamo pensato di annotare una buona parte delle domande che ci frullavano per la testa:

 

  1. Saremo capaci di accoglierla nel migliore dei modi?
  2. Riusciremo a rispettare i suo bisogni (in tutti i sensi), i suoi tempi e le sue richieste.
  3. Avremo il tempo necessario da dedicarle?
  4. Potremo sostenere le spese veterinarie? saremo disposti a effettuare per esempio lavori di recinzione per proteggerla dalla strada?
  5. Quando andremo in vacanza saremo in grado di trovare soluzioni adatte o sostenere eventualmente le spese per un asilo?
  6. Come sarà il suo rapporto con i bambini?
  7. Ci saranno problemi di compatibilità e di gestione?
  8. Insomma saremo capaci di trovarle un posto nella nostra famiglia e soprattutto nel nostro cuore?

Ebbene la risposta è stata un inequivocabile SI’.

Questioni pratiche: il suo angolo per riposare e mangiare

 

Il giorno

Passando alle cose pratiche, abbiamo pensato che avesse bisogno di

uno spazio dedicato dove potesse riposarsi anche da sola. Uno spazio calmo e accessibile senza il nostro intervento e dove potesse sentirsi sicura.

L’ideale per noi è stato allestire un angolo in sala per il giorno quando i bambini sono a scuola dove potesse riposarsi e mangiare e, per la sera, nella  camera matrimoniale, per il momento, dove sicuramente si sarebbe sentita più protetta dai trambusti del pre e post cena.

La notte

A parte le riflessioni sulla location, le domande erano ancora tante, per esempio la notte dormirà o dovrò stare sveglia con il gioco interattivo alleato del processo cognitivo comportamentale ma nemico della mia sanità mentale che mi vede sveglia alle tre di notte in vestaglia e babbucce e la mattina con le occhiaie da puerpera?

Devo dire che, a differenza della mia primogenita umana che mi ha fatto patire la carenza di sonno per almeno due anni, Cora sin dalla prima notte insieme ha sempre dormito almeno 8 ore di fila. Le prime notti, le ho tenuto la zampina, poi piano piano ci siamo rilassate e rassicurate entrambe. Pensiamo che nei mesi a venire piano piano la trasferiremo nella sala da pranzo, ma facciamo un passettino alla volta. Ogni giorno il suo nido migra di qualche metro per avvicinarsi sempre di più a quella che sarà la sua postazione definitiva e lei accoglie il cambiamento senza problemi. Non vi nascondo che averla in camera è meraviglioso, sentirla ciucciare tutta la notte e sgambettare sul parquet facendo gli scivoloni è decisamente divertente, ma pensiamo anche che diventando più grande potrebbe in qualche modo disturbare la vita coniugale e quindi meglio prevenire per tempo!

 

La gestione dei bisogni

Traversina sì o no?

 Per quanto riguarda la gestione dei suoi bisogni, da subito abbiamo deciso di non utilizzare traversine usa e getta per un duplice motivo: prima di tutto perché pensavamo che avremmo rischiato di insinuare abitudini errate, in secondo luogo per un discorso ecologico. Ebbene, a parte qualche incidente, la nostra cucciola ha da subito preferito il giardino alla casa e si è immediatamente sentita a proprio agio con questa modalità. Certo non disdegna i tappeti, ma pazienza, passerà!

 

Cora, un nuovo membro della famiglia

Queste sono solo alcune delle mille riflessioni di questi giorni, ma quella che ha preso piede sempre di più è che ci è sembrato proprio di accogliere in casa un nuovo figlio, senza i 9 mesi dell’attesa, senza travaglio ma con qualche pelo in più.

To be continued….

Articolo redatto a cura di Francesca Cristofaro