Alimentazione naturale per cani: un po’ di storia

Prima di parlare di alimentazione naturale per cani, è bene partire dalla storia evolutiva di questi animali domestici. Da quando sono stati addomesticati fino a circa gli anni 40, i cani domestici hanno mangiato quello che mangia l’uomo. Si nutrivano dei resti alimentari  e arricchivano la dieta cacciando piccoli animali.

Poco dopo la Seconda Guerra Mondiale, in America, vengono prodotti  i primi alimenti commerciali per animali da compagnia e da quegli anni a oggi le industrie produttrici hanno fatto a gara per creare sempre nuove formulazioni.

Questi alimenti coprono non solo le esigenze nutrizionali per età e fasi particolari della vita  (gestazione, allattamento, crescita, età avanzata) ma anche dovrebbero aiutare (non curare!) nella gestione di alcune patologie, come problemi renali o obesità. Questa ampia scelta ha fatto si che sia i proprietari che i veterinari si appoggiassero al cibo commerciale per semplificare la gestione alimentare, sia per comodità che per l’impegno economico,  dei propri animali da compagnia.

Negli ultimi anni, la maggiore consapevolezza  della stretta correlazione tra il mangiare sano e la salute ha portato a rivedere anche l’utilizzo  del cibo commerciale per cani e gatti.

Se noi non mangiamo più cibi troppo lavorati, non possiamo  guardare il cibo commerciale per cani e gatti con gli stessi occhi. Premesso che  non tutto il cibo commerciale è scadente e che ci sono delle marche ottime, è naturale pensare che il cibo creato a partire dagli ingredienti freschi, senza troppe cotture e lavorazioni, magari crudo, è comunque preferibile.

Uno dei pionieri della dieta per cani con cibo fresco,  è stato il dott. Ian Billinghurst, un veterinario australiano che negli anni 90 ha pubblicato il suo primo libro  in cui spiegava come alimentare il suo cane con una dieta  casalinga, ma fatta su misura per il cane e per le sue caratteristiche. La dieta BARF (che sta per Cibo crudo biologicamente appropriato) prendeva vita.

Si tratta, nella sua forma originale, di una dieta pensata per un animale carnivoro ma che può essere onnivoro occasionalmente: per questo alla base ci sono le ossa polpose (come ali, colli e carcasse di pollame, coda di manzo, etc etc) e la carne, ma si danno anche, in piccola quantità, verdure e carboidrati. Il cane si è addomesticato nel corso dei secoli mangiando quello che mangiamo noi, quindi da carnivoro  opportunista come i lupi (che comunque assumono vegetali e carboidrati dalle carcasse delle prede e occasionalmente mangiano frutta e erba), si è trasformato in carnivoro/onnivoro adattandosi ai resti delle nostre tavole.

Questa situazione si è ancor di più fissata quando i produttori di cibi commerciali hanno creato le loro formulazioni pensando ad un onnivoro piuttosto che ad un carnivoro, e riempiendo le formulazioni di carboidrati. Ma se andiamo a guardare l’anatomia interna di un cane e ,aggiungo, il suo genotipo, rimane un lupo. Ed è in effetti quasi inspiegabile come il cane, pur avendo forme diversissime nelle specie, rimane quasi intatto nella sua parte genetica.

Per potersi adattare ad una dieta diversa il cane ha sicuramente dovuto adattare anche la sua fisiologia digestiva. Recentemente un gruppo di ricercatori ha scoperto che i cani posseggono più copie dei geni per  gli enzimi digestivi per i carboidrati, come la amilasi, rispetto il loro antenato lupo  e questo gli permette una  maggiore ma ancora  parziale digestione di questi nutrienti.

 

La dieta naturale per cani spiegata dalla dott.ssa Barera

Per capire al meglio la dieta naturale per cani,  bisogna partire dalle sue componenti e dalle principali critiche che vengono fatte ad una dieta che utilizza ingredienti crudi. La diete naturali per cani base consistono principalmente in proteine di origine animale, verdure e (non sempre)carboidrati.

Le proteine animali sono date di solito ad una percentuale del 70 % che naturalmente può variare leggermente in base alle diverse esigenze nutrizionali; le verdure sono il 20 % della dieta e i carboidrati il 10-15 % massimo.

Il cane si può alimentare anche senza carboidrati ma tornando al concetto che sono ormai diventati parzialmente onnivori, i cani riescono a utilizzare anche i carboidrati in minima parte.

La carne e la verdure si danno tendenzialmente crude con qualche eccezione. E qui si rientra nel secondo problema di una dieta a crudo: l’igiene. La carne che consumiamo sulle nostre tavole è sottoposta ad un controllo da parte degli organi preposti, in modo che siano ridotti al minimo il rischio di infezioni batteriche e parassitarie.

Ma in pratica c’è sempre un minimo rischio che viene ulteriormente abbassato dal congelare la carne, alle giuste temperature e con i giusti tempi, e dalla cottura.

Allora si può pensare che dando carne cruda al cane esso si possa ammalare e magari passare a noi qualche infezione. Con le giuste precauzioni i rischi sono uguali a quelli che corriamo noi mangiando la stessa carne. Infatti è essenziale, non importa se  la carne sia per noi o per il cane, che  la carne cruda venga sempre manipolata utilizzando utensili e oggetti che non devono venire in contatto con altri cibi e cibi cotti; inoltre ci si deve lavare le mani dopo averla toccata.

Alcune carni vanno congelate almeno 24 ore e altre, poiché possono contenere parassiti resistenti al congelamento, vanno cotte comunque.

Anche i cibi commerciali comunque non sono esenti da contaminazioni batteriche , con addirittura infezioni dei proprietari degli animali. Anche nel caso di cibo secco o umido commerciale si consiglia di lavarsi le mani dopo averlo toccato.

Un altra critica a questa dieta è se  in effetti è una dieta bilanciata come può esserlo ad esempio una crocchetta. Partiamo dal presupposto che l’alimentazione di solito non è mai bilanciata in un solo giorno, e questo vale per noi bipedi, per i cani e per tutti gli animali che si nutrono spontaneamente.

E proprio perché ci siamo tutti evoluti per una alimentazione che si bilancia nel tempo,  l’organismo animale ha anche sviluppato la capacità di utilizzare i diversi nutrienti in tempi e modalità diverse. Mangiare ogni giorno tutto quello di cui abbiamo bisogno invece che salutare può, a lungo andare, sovraccaricare l’organismo che non riesce a smaltire tutto quello che viene ingerito. E se per alcuni nutrienti il problema è meno grave, per altri si può andare incontro a veri e propri disturbi.

Dare un cibo con un buon contenuto di proteine altamente biodisponibili, vitamine, sali minerali e pochi carboidrati sicuramente evita che il sistema digerente del cane si appesantisca, prevenendo anche una serie di patologie correlate all’alimentazione scorretta.

Inoltre, sempre considerando il consulto veterinario, questo tipo di alimentazione naturale può essere utile nel caso in cui dobbiamo sapere esattamente cosa diamo al nostro animale, come nelle allergie e/o intolleranze alimentari.

 

Cosa dice la scienza sull’alimentazione naturale del cane

Purtroppo ad oggi mancano dei lavori scientifici o delle ricerche mirate che prendano come esempio delle diete che partono dalle materie prime ma che siano formulate in modo completo e bilanciato da un professionista. I lavori pubblicati sino ad oggi, e che magari sottolineano proprio il fatto che si tratti di diete poco bilanciate,  utilizzano esempi che sono platealmente creati senza alcun criterio nutrizionistico.

Ultimamente però qualcosa si sta muovendo, e nel  2017 è stato pubblicato un lavoro su come la dieta con cibo fresco può influenzare positivamente il microbiota del cane. La dieta a base di cibo fresco  ha modificato la composizione   del microbiota fecale e i prodotti di fermentazione.

La somministrazione della dieta promuove un migliore bilanciamento dei ceppi batterici e un miglioramento generale delle funzioni dell’intestino rispetto la dieta con cibo commerciale.

Una dieta è bilanciata nel tempo  se contiene tutti i macro e micronutrienti necessari all’organismo e questo si può ottenere solo con una dieta varia. La comprensione che una dieta cosiddetta casalinga ma ben formulata può non solo alimentare un animale ma dargli una qualità di vita migliore deve anche portare i proprietari dei cani a rivolgersi solo a professionisti del settore ed evitare il fai da te e il passaparola.

 

 

  • Barera A,. Bonasegale Camnasio S. – Salute e alimentazione : bisogni nutrizionali e realtà scientifiche- Amazon
  • Billinghurst I. – Give your dog a bone.- New edition edizione (31 dicembre 1993)
  • Larson, Greger, Elinor K. Karlsson, Angela Perri, Matthew T. Webster, Simon Y. W. Ho, Joris Peters, Peter W. Stahl, et al. “Rethinking Dog Domestication by Integrating Genetics, Archeology, and Biogeography.” Proceedings of the National Academy of Sciences 109, no. 23 (June 5, 2012): 8878–83.
  • Arendt, Maja, Tove Fall, Kerstin Lindblad-Toh, and Erik Axelsson. “Amylase Activity Is Associated with AMY2B Copy Numbers in Dog: Implications for Dog Domestication, Diet and Diabetes.” Animal Genetics 45, no. 5 (October 2014): 716–22.
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  • Tabelle di composizione degli alimenti dell’Istituto nazionale di ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione
  • Nutritional Guidelines of FEDIAF
  • Critical Updates on Canine & Feline Health • pp.10-14 (2011) NAVC/WVC Proceedings
  • Fascetti, Andrea J., and Sean J. Delaney. Applied Veterinary Clinical Nutrition. 1 edizione. Wiley-Blackwell, 2011.

 

Se ti interessa approfondire l’argomento, leggi il nostro articolo “Cosa possono mangiare i cani? Ecco tutte le componenti nutrizionali che non possono mancare nella dieta del proprio amico a quattro zampe